Pd, Fassino: “Walter ha sbagliato ma quel documento è utile”

L’ex segretario a Repubblica Tv.
“Il contenuto è completamente sparito. Chiedo a Walter di non fare un a corrente e a noi di non arroccarci”. “Primarie? Con più candidati democratici.”Vendola? La simpatia che gode è figlia della frustrazione di chi non ne può più di Berlusconi”. Allenza? “Con L’Udc abbiamo vinto quasi sempre”. E sul voto su Cosentino: “Il Parlamento ha ostacolato la magistratura”
di MATTEO TONELLI

Pd, Fassino: "Walter ha sbagliato   ma quel documento è utile"ROMA -Reduce dal voto che ha negato alla magistratura la possibilità di usare le registrazioni che coinvolgono l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, Piero Fassino attacca la maggioranza (“ostacola la magistratura”), elegge l’Udc ad alleato “prediletto” e, pur criticandone “modi e tempi”, non sbatte la porta in faccia a Walter Veltroni e al suo documento 1 che tante polemiche ha provocato all’interno del Pd. “Walter ha suscitato inquietudine e il suo è stato un errore di metodo. Poteva parlarne in direzione, poteva proporlo come un documento di Area Democratica e se voleva il consenso dei parlamentari lo doveva sottoporre a tutti. Invece si è deciso di parlarne sui giornali, poi si è cercato le firme non di tutti ma di alcuni” dice Fassino, per sette anni segretario dei Ds. Detto questo, però, il titolare della politica estera dei democratici, che alla minoranza appartiene, vede nel documento “riflessioni utili”, chiedendo a Veltroni “di non fare una corrente e al Pd di non arroccarsi”. Discussioni o divisioni, il punto è sempre quello. “Il problema non sono le opinioni diverse ma chiedo a ciascuno di avere nella ricerca della sintesi la stessa determinazione che ha nel sostenere le proprie tesi” sintetizza Fassino.

IL VIDEOFORUM 2

In sintesi chiede che si lavori per la ditta, Fassino. Ma le domande che arrivano al videoforum raccontando un elettorato deluso e anche molto arrabbiato. Torna, nelle domande, la richiesta “del passo indietro” dell’attuale classe dirigente. Appare l’insofferenza con lo storico dualismo D’Alema-Veltroni. La richiesta di unità. “La nostra generazione ha il dovere di lavorare per passare la mano, lo facciamo e lo stiamo facendo come nel caso dei segretari regionali del partito e degli amministratori – replica Fassino che, però, nega che il rinnovamente passi per gli automatisti statutari – .E’ vero che il nostro Statuto prevede che dopo legislature si debba andare a casa, ma quella norma va interpretata con intelligenza e vanno valutate le competenze”. Secca la replica sulla futura premiership: “Ci sono le primarie, si deciderà con quelle, ma io penso che accanto a Bersani possano correre anche altri candidati democratici”. Inevitabile la domanda su Nichi Vendola, invocato da molti come l’uomo giusto per battere Berlusconi. Fassino, però, si mostra freddo: “La simpatia che raccoglie è figlia della frustrazione. Siccome la nostra gente non ne può più di Berlusconi, si affida a al primo che sembra in grado di cacciarlo. Io penso, invece, che serva uno schieramento largo e che ci serve un leader che unisca un consienso maggioritario nel Paese. Vendola ha vinto in Puglia, ma ha vinto con una maggioranza relativa”.

Si torna all’oggi. Alla crisi del governo e a chi rimprovera al Pd una certa “paura” dell’urna. Fassino nega timori ma fissa un preciso paletto: le nuove regole elettorali: “Il premier dovrebbe dimettersi, poi se non c’è maggioranza bisogna fare il governo di transizione per fare la legge elettorale: altrimenti si deve votare senza ribaltoni.

Il flusso delle domande continua impietoso. C’è chi chiede primarie immediate. ma Fassino non ci sta: “Alleanze e leader si decidono a ridosso delle elezioni non tre anni prima, anche se, dati alla mano, dove ci siamo schierati con l’Udc abbiamo quasi sempre vinto. Io aiuto Bersani che è un passista che magari non vince la volata ma si aggiudica il giro d’Italia. Come Prodi”.

Si va avanti con la vicenda Cosentino. Con l’ex segretario diessino che giudica una pagina nera per il Parlamento quella odierna. “E’ grave che la maggioranza pensi di negare le autorizzazioni. Di fatto oggi il Parlamento ha ostacolato la magistratura. Certo non mi stupisco, perché a legalità non è un valore primario per questa maggioranza” dice Fassino. Ma, per quanto grave, la pagina di oggi non è il cuore della questione, ragiona l’ex segretario. Nonostante il voto, assicura Fassino, Berlusconi ha poco da sorridere: “Nessuno ha mai pensato che questo voto e anche il voto di fiducia della prossima settimana siano così importanti. Il dato vero è che la crisi è quella di prima, la crisi del centrodestra è di fondo e il ciclo berlusconiano è finito mentre il Paese marcisce”.
[fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/09/22/news/fassino_forum-7309531/?ref=HREC1-4%5D

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